Durante un'uscita con il sopracitato Alessandro, ovviamente ci si aggiorna sulle nostre vite ma, inevitabilmente, si finisce a parlare di fermentazione dato che è una passione che ci accomuna.
Si parla del Kefir, dei crauti e, ovviamente, dell'idromele. Conosco gia i suoi trascorsi con i tentativi di fermentazione dell'idromele, mi parla anche di idee future che ha a riguardo e ad un certo punto mi fa una domanda che mi fa ghiacciare il sangue :"hai letto il capitolo di sandor katz riguardo la conservazione dell'idromele?"
Inizio a far finta di cercare qualcosa nello zaino come facevo alle superiori quando non volevo che mi interrogassero ma non sembra servire a più di tanto. La domanda ormai è fatta e il dubbio è li che pende come la spada di Damocle.
Prendo coraggio, strappo il dente con forza e chiedo con voce tremolante :"no perchè, che c'era scritto ... ? "
Brevemente in quel capitolo si dice che, durante la prima fermentazione, cioè quella che scinde il glucosio presente nella soluzione di acqua e miele, si forma l'anidride carbonica che tiene lontani gli acetobacter.
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Fermentazione vigorosa in atto |
Una volta terminata questa fermentazione, l'idromele continua a fermentare molto lentamente per scindere il fruttosio ma, questa volta, gli acetobacter possono attecchire rendendo il nostro delizioso idromele un ottimo aceto al miele ...
Per evitare questa fermentazione acetica, Sandor Katz consiglia di travasare il liquido in un contenitore dal collo stretto e chiuso in modo tale che il contatto con l'aria sia minimo.
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Terreno fertile per gli acetobacter...! |
Ovviamente, non avendo fatto questa cosa, cosa sarà successo? ...
Corro dove tengo i barattoli a fermentare e assaggio quello aperto ... ACETO! :/ Delizioso aceto che uso tutt'ora per condire insalate e preparare la maionese ma direi che non era quello che volevo quando ho iniziato tutto questo :(
Fortunatamente, ho altre 3 possibilità: assaggio il barattolo chiuso dove il contatto con l'aria è stato ridotto al minimo ed è buono! Ottima frizzantezza, ancora leggermente dolce (il fruttosio non è del tutto fermentato) e con una puntina acidognola data dalla fermentazione spontanea che lo rende veramente interessante!
Riassumendo il tutto, quelli che avevano il barattolo chiuso son risultati bevibili e gli altri no.
Mi ritengo abbastanza soddisfatto per come sia riuscito il primo esperimento di idromele, vedremo come andranno i futuri ora che ho appreso qualcosa dai miei errori.
A presto con nuovi tentativi di idromele e non :)